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Non-Double-Couple Component Analysis of Induced Microearthquakes in the Val d’Agri Basin (Italy)

pubblicato 25 gen 2018, 01:49 da Massimo Crescimbene   [ aggiornato in data 6 feb 2018, 03:30 ]

In recent years it has become accepted that earthquake source can attain significant Non-Double-Couple (NDC) components. Among the driving factors of deviation from normal double-couple (DC) mechanisms there is the opening/closing of fracture networks and the activation of pre-existing faults by pore fluid pressure perturbations. This observation makes the thorough analysis of source mechanism of key importance for the understanding of withdrawal/injection induced seismicity from geothermal and hydrocarbon reservoirs, as well as of water reservoir induced seismicity.

Terremoti, scoperto magma sotto l'Appennino meridionale. Ingv: "Nuova causa di terremoti di forte magnitudo"

pubblicato 24 gen 2018, 02:31 da Massimo Crescimbene   [ aggiornato in data 24 gen 2018, 03:58 ]

Secondo gli esperti può generare fenomeni "di magnitudo significativa" e più profondi rispetto a quelli finora registrati nell'area.

I terremoti e gli acquiferi dell'Appennino meridionale svelano agli studiosi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia la presenza di magma in profondità nell'area del Sannio-Matese. La scoperta emerge da uno studio, condotto da un team di ricercatori Ingv e del Dipartimento di Fisica e Geologia dell'Università di Perugia (DFG-UNIPG) intitolato 'Seismic signature of active intrusions in mountain chains', e pubblicato su Science Advances. La ricerca impatta sulle conoscenze della struttura, composizione e sismicità delle catene montuose, sui meccanismi di risalita dei magmi e dei gas e su come monitorarli.

Nel Mar Tirreno una catena di 15 vulcani sommersi

pubblicato 27 nov 2017, 02:30 da Massimo Crescimbene   [ aggiornato in data 24 gen 2018, 03:58 ]

Nel Mar Tirreno c'è una catena di 15 vulcani sommersi lunga 90 chilometri e larga 20: oltre agli otto vulcani sottomarini già noti, ne comprende sette appena scoperti. Va dalla costa a Sud di Salerno a quella calabra, 30 chilometri a Est di Sangineto (Cosenza).
Pubblicata sulla rivista Nature Communications, la scoperta è di Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Istituto per l'ambiente marino costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Iamc-Cnr) e Istituto neozelandese di Scienze geologiche e nucleari (Gns).
La scoperta della catena sommersa, chiamata del Palinuro, è il punto di arrivo delle campagne oceanografiche condotte negli ultimi anni grazie alla collaborazione tra vulcanologi, geofisici e geologi marini. Oltre a portare alla luce questo aspetto nascosto del Mar Tirreno, la ricerca mette in relazione il vulcanismo nelle zone di subduzione, nelle quali le placche tettoniche scivolano le une sotto le altre.
Alcuni vulcani finora noti nel Tirreno Meridionale "sono emersi, come le Eolie, altri sommersi, come il Marsili", spiega il coordinatore della ricerca, Guido Ventura, vulcanologo di Ingv e Iamc-Cnr. La catena, prosegue il ricercatore, ha una profondità compresa fra 3.200 metri a 80 metri sotto il livello del mare e rappresenta "una spaccatura della crosta terrestre dalla quale risalgono magmi provenienti dalle Isole Eolie, dal Tirreno centro-meridionale, e dall'area compresa tra la Puglia e la Calabria". Molti dei vulcani sottomarini sono stati attivi tra 300.000 e 800.000 anni fa, "ma non è da escludere che siano stati attivi in tempi più recenti", ha osservato uno degli autori, il geologo marino Salvatore Passaro, dell'Iamc-Cnr. Le caratteristiche dei vulcani sommersi, ha detto ancora, suggeriscono "l'apertura di micro-bacini oceanici dove si crea nuova crosta terrestre a seguito della risalita dei magmi lungo fratture".

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